“London Notebook” di Lorenza Mazzetti letto da Elisa Sitbon Kendall, drammaturga
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La vita, la vita a mille miglia all'ora, è necessariamente la controparte della sofferenza? Bisogna aver sofferto per permettersi di vivere veramente? Bisogna aver sofferto per essere un artista?
Sono queste le domande che mi sono posta leggendo il Diario di Londra di Lorenza Mazzetti , metà diario e metà quaderno di appunti dell'esilio di questa giovane donna sopravvissuta alla guerra in Italia e arrivata a Londra senza un soldo. Perché Lorenza Mazzetti viveva come una testa calda. Emigrò, conobbe uomini, fumò e bevve, si fece strada all'Accademia di Belle Arti proclamando che dovevano assolutamente accettarla "Perché sono un genio!", diresse e montò i suoi primi film con attrezzature rubate e co-creò il Movimento del Cinema Libero, precursore della Nouvelle Vague in Francia. Niente può fermarla ed è piena di vita in un momento in cui tutto sembra morto. Perché l'esilio? “Per sfuggire ai ricordi, per cercare se stessi.”
Lorenza Mazzetti è una figura chiave del cinema d'autore, eppure non la conoscevo. Fu la prima ad adattare per il cinema la Metamorfosi di Franz Kafka, quando quest'ultimo era ancora sconosciuto. Dice che non sa p
Libération